Educazione globale…non professionismo

L’insegnante di Judo è tradizionalmente, un educatore; come tale è investito di responsabilità, oneri e ruoli che sembrano esulare dai suoi compiti specifici.
La professionalizzazione del ruolo, di cui spesso si sente parlare, è a mio parere una forzatura che tira in ballo tutta una serie di figure, certamente importanti, che non possono sostituirlo, ma solo affiancarlo.
Ben vengano gli specialisti (psicologi dello sport, fisioterapisti, preparatori atletici, nutrizionisti etc. etc.), questi possono certo affiancare l’opera dei “maestri” ai quali però rimane l’obbligo morale di formarsi con una prospettiva eclettica e di essere “portati” per l’insegnamento.
L’enfasi sulla professionalizzazione è a mio avviso invece un’illusione perché ha costi insostenibili per la maggior parte delle famiglie dei praticanti di sport di base e anche perché, segnatamente nel Judo, questi costi possono solo raramente essere ammortizzati dai risultati.
In fin dei conti è utile solo per atleti di altissimo livello agonistico, comunque una sparuta minoranza.
Meglio un insegnante empatico, sensibile (e comunque preparato) di un manager che gestisce i suoi atleti come fossero un’azienda.

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