Il contributo della famiglia

– G: “Che dice? Mio figlio è portato?”
-M: “Eh beh, certo, è portato da lei!”
Anche l’altra settimana, parlando con un genitore di una bimba mi sono sentito dire: “mi piacerebbe tanto continuasse anche da grande!”.
La mia pronta risposta è stata: “dipende più da noi, che da lei” indicando la bambina, poi, indicando il genitore: “soprattutto da te”.
Nella nostra disciplina il talento vale veramente poco se non si trovano insegnanti capaci di far divertire, dare degli obiettivi, stimolare e sostenere. Tutto questo è difficile, ma mai così difficile come il compito del genitore.
Egli deve incoraggiare, esortare, apprezzare. Deve mostrare coi ragazzi fiducia nell’insegnante, anche quando ha dubbi, deve rinunciare a parte della propria potestà. Non è facile.
Sono i genitori che devono analizzare e scegliere la scuola, parlare con gli insegnanti, guardare e prendere fiducia e, una volta fatto ciò, devono adeguarsi a quella che è l’offerta formativa, evitando ridicole e improduttive trattative.
Portare i figli su un tatami, non è come comprargli delle scarpe o un qualsivoglia servizio. Il dōjō non è la sala pesi, sono due due cose che a volte coesistono ma sono concetti differenti, anche il judoka che va in sala pesi…non è un body builder.
Nel Jūdō, soprattutto nel Jūdō sportivo, il bimbo che poi diventa ragazzino e ancora giovane atleta e poi agonista, deve rispettare regole, prendere impegni, sacrificare tanto e via via il sacrificio diventa più importante…solo la famiglia potrà sostenere questo sforzo, vigilare e valutare se e quanto è benefico per il proprio ragazzo, ma dovrà anche esortare, appoggiare il lavoro degli insegnanti e non remare contro. Senza contare che anche le famiglie dovranno fare parte del lavoro, prendersi diversi oneri.
Certo se si vogliono cogliere appieno i benefici di questa disciplina, se si vuole che i ragazzi “continuino” e che in qualche maniera “riescano”. Tutto questo ovviamente non ha nulla a che vedere con deleterie ambizioni, ma qualsiasi persona con il cuore sincero dovrebbe saper riconoscere cosa ispira le proprie azioni….o no?

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